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Al voto, al voto, ma chi si ricandida?

“Al voto, al voto”, è questa la parla d’ordine. Del resto se dopo due mesi ancora questa crisi non ha trovato una soluzione, la ragione è una sola: la bislacca legge elettorale che porta il nome di Rosatellum, che sotto l’aspetto politico, è stato un vero “tritellum”. Morale, non c’è una maggioranza, si cercano alleanze impossibili, veti incrociati che paralizzano un paese. Il Presidente della Repubblica in questa fase resta l’unico con la barra dritta e Mattarella ha fatto bene a richiamare una classe poliitca che sembra essere inadeguata al ruolo che dovrebbe assolvere. Uno scenario da Repubblica di Weimar, con un Parlamento prigioniero delle sue debolezze. Tira aria di elezioni bis. Si andrebbe a votare nella prima decade di luglio. Non era mai successo che ci fosse un appuntamento ravvicinato  dal dopoguerra ad oggi. La cosa alimenta incertezze di vario tipo. Anche organizzative. Ma ve lo immaginate chi si è candidato per la prima volta, ed è stato eletto, costretto a rimettersi in gioco? Una nuova campagna elettorale significa soldi da spendere, mobilitazione di apparati sempre meno credibili. Insomma un gran casino. Ultima annotazione, con questa legge elettorale non se ne viene a capo. Riusciranno i partiti a trovare un accordo su questo con i tempi stretti che si prefigurano? Prepariamoci al peggio.

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