teletruria

Atomica Bionda: calci e pugni con stile

Nomen omen dicono i latini, e il film Atomica Bionda rispecchia perfettamente il senso di questa locuzione. Il regista David Leitch, qui alla sua seconda prova dopo il primo John Wick, dirige una super Charlize Theron che dopo Mad Max: Fury Road conferma il carattere da dura con l’aggiunta della componente estetica. Il film è la trasposizione cinematografica della graphic novel The Coldest City e racconta la storia di una spia inglese nella Berlino ante caduta del muro nell’ultimo periodo della Guerra Fredda. Bastano i primi minuti per incollarvi allo schermo e mostrare la potenza del film.

1989, Lorraine Broughton è un agente dell’MI6 con il compito di riportare a Londra la salma di un collega dei servizi segreti morto a Berlino, inoltre deve recuperare un orologio contenente una lista con le identità degli agenti in servizio. Un po’ come la lista dei Noc che deve recuperare Tom Cruise in Mission Impossible. Va subito messo in chiaro che la bellezza del film non è riferita né alla trama, abbastanza articolata, né ai colpi di scena tipici di un film di spionaggio, ma è decisamente orientata verso lo stile e l’estetica sia generale che particolare, quest’ultimo aspetto riferito proprio alla protagonista. La bionda atomica si muove come un’icona senza tempo con t-shirt di Boy London e stivaletti borchiati di Saint Laurent, il tutto indossato a fine anni ’80 e durante combattimenti corpo a corpo con pericolosi agenti del KGB. Lo stile è il leitmotiv presente in ogni scena, non solo nei vestiti ma anche nei modi di fare.

Se James Bond beve vodka Martini, agitato non mescolato, Atomic Blonde beve Stoli con ghiaccio. Accanto a questo va doverosamente sottolineata la colonna sonora: un omaggio continuo agli anni ’80, la quale accompagna pestaggi e inseguimenti. Si passa dai New Order con Blue Monday in apertura, passando poi per i Clash con London Calling e, visto che siamo in Germania, Der kommissar di Falco. Una chicca non da poco è la presenza in sottofondo di As time goes by, la celeberrima canzone d’amore di Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca.

Nella pellicola, oltre che calci e pugni con stile, c’è spazio anche per i sentimenti della protagonista come mostrato dalla scena saffica con la spia francese Delphine Lasalle, interpretata da Sofia Boutella, di recente vista nel reboot de La Mummia. Ottimo co-protagonista è il lanciatissimo James McAvoy (nel film David Percival), il quale dirige il distaccamento di Berlino dell’MI6 e che sembra si sia perso un po’ nella cupa città divisa. È per bocca sua che emergono gli argomenti topici dello spionaggio, interrogandosi su quale sia la vera etica del loro lavoro, cercando di distinguere il giusto dallo sbagliato e convivere con quanto fatto per garantire ciò che sino a quel momento si credeva corrispondere al concetto di bene contrapposto al male.

I vestiti, la colonna sonora, le scene forti, la pericolosa Berlino prima della caduta del muro e la frangia bionda di Charlize Theron finiscono per inebriare lo spettatore e mettere in disparte la trama del film con i soliti doppi/tripli giochi del genere in oggetto, ma è un sacrificio che vale la pena fare. Atomica Bionda è un piacere per gli occhi e per le orecchie. Il regista riesce a fare un passo in avanti dal precedente John Wick, inserendo elementi pop, rock e glamour che rendono la storia più frizzante alla Kingsman ma senza quelle sequenze eccessivamente irreali e super gadget da spy story, preferendovi un paio di occhiali da sole, un bel cappotto e una sexy lingerie.

 

 

 

 

*#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere.

Condividi l’articolo

Vedi anche: