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Sovvertire la pubblicità

Sei in città. Stai camminando verso la scuola, o verso quel negozio appena fuori dal centro. O magari sei in auto o in un mezzo pubblico, per i quindici minuti di routine che ti separano dalla giornata lavorativa. Qualunque sia la tua meta, una cosa posso dirla con certezza: lungo il tragitto ti imbatterai in una schiera, più o meno nutrita, di manifesti pubblicitari.

In stazione o per strada, su cartelloni o sui muri, immagini e messaggi pubblicitari ci accompagnano nei nostri andirivieni quotidiani, costringendoci a subire comunicazioni invadenti e spesso fastidiose. Se, a questa presenza insistente, la reazione della maggior parte di noi è un’abitudinaria indifferenza, esistono numerosi gruppi di persone che non si rassegnano alla passività, ma cercano un’alternativa a questo inquinamento visivo.

All’inizio di marzo è comparso sul web un nuovo account: Subvertisers International. “Subvertiser” come l’unione tra “to subvert”, sovvertire, e “advertiser”, inserzionista pubblicitario. Il nome contiene in sé l’essenza di quella che è una sorta di alleanza internazionale tra gruppi di attivisti: street artist che combattono l’invasione della pubblicità attraverso azioni di manomissione di cartelloni pubblicitari, lungo le strade o sulle pensiline dei mezzi pubblici, sostituendoli o coprendoli con immagini artistiche e messaggi sociali. Sovvertire la pubblicità è stato l’oggetto della chiamata per la campagna #SubvertTheCity, che tra il 22 ed il 25 marzo scorsi è stato ideale momento di incontro tra tutti i creativi sparsi per il globo, in nome della lotta all’invadenza della réclame.

Nonostante l’apparente novità, i gruppi membri della rete sono attivi da molti anni: degni di nota sono il gruppo Brandalism (famoso per la campagna anti-pubblicitaria contro gli sponsor della COP21, la conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite a Parigi nel 2015) e l’artista Vermibus (il suo ultimo progetto, “Unveiling Beauty”, lo ha visto seguire il percorso delle fashion week internazionali, da New York a Londra, da Milano a Parigi, con lo scopo di ridefinire il concetto di bellezza imposto dalle campagne pubblicitarie), ma molti altri “subvertisers” sono da anni all’opera nelle principali città europee e mondiali.

E nel nostro paese?

Oltre alle attività di importanti street artists come Beast (conosciuto sia per le installazioni di quadri sulle mura delle città sia per la sue più recenti attività di subvertising. Marchio di fabbrica: opere raffiguranti personaggi politici trasferiti in contesti pop) o come BR1 (attento al contenuto sociale delle opere, occupa cartelloni pubblicitari con i temi dei confini, delle migrazioni e dell’integrazione tra popoli), esistono piccole iniziative che aprono prospettive interessanti per il futuro. È il caso della cooperativa SMART, che a Rovereto (in provincia di Trento) ha organizzato, a febbraio, la seconda edizione del concorso G.A.U. – Galleria d’Arte Urbana: opere d’arte al posto di cartelloni pubblicitari, per rendere i percorsi cittadini meno aggressivi e restituire un po’ di bellezza visiva ai paesaggi urbani.

Se anche a te non basta più semplicemente ignorare quella schiera di manifesti pubblicitari che invadono la tua città, puoi fare qualcosa: riproporre nel tuo comune la bella iniziativa della cooperativa SMART, oppure seguire i semplici consigli del collettivo Brandalism.

 

*#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere.

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