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Truffa Etruria, niente cabina di regia imputati si difendono

Non è mai esistito un sistema di premi e punizioni a seconda della quantità di subordinate del 2013 collocate a risparmiatori comuni. Lo hanno detto in aula, per l’udienza del processo sul filone truffa dell’inchiesta Etruria, Luca Scassellati all’epoca direttore della sede territoriale di Arezzo, incarico che ora è tornato ad occupare in Ubi Banca e Paolo Mencarelli, responsabile dell’area private. I due imputati hanno respinto il quadro dell’accusa in base al quale a loro e ad altri tre colleghi viene contestata l’istigazione alla truffa. I nostri interventi, hanno spiegato, comprese le mail mostrate in aula dalla Guardia di Finanza erano che un normale metodo per stimolare la rete commerciale. I due imputati che, secondo la Guardia di Finanza, avrebbero fatto parte della cabina di regia per il collocamento dei bond con un ferreo sistema di premi e punizioni nei confronti dei dipendenti sottostanti, hanno ribadito come tutta l’operazione fosse autorizzata da Banca d’Italia e da Consob. E se difficoltà c’erano in Banca Etruria, aggiungono, erano all’epoca viste come difficoltà dell’intero sistema bancario in quel momento. Circa una dipendente che sarebbe stata mandata via perchè “recalcitrante” hanno chiarito che le fu ritirato il portafoglio perchè era sicuro che si trasferiva altrove.

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