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“Storia di una nevrosi” – A Rebours di Joris Karl Huysmans

Nel romanzo di Huysmans “Controcorrente” (“A rebours”, 1884), il protagonista, Jean Des Essentes, ultimo discendente di una famiglia nobile, è un trentenne anemico e nevrastenico. Rifiutando la ridicola mediocrità del mondo contemporaneo e dopo l’ennesimo avviso del suo medico circa la vita sregolata che conduce quotidianamente, per noia e problemi di salute si ritira in una sorta di dilettevole clausura: in provincia, a Fontenay- aux-Roses una periferia in campagna poco distante da Parigi, dove si crea un rifugio “su misura”: pareti decorate con stoffe preziose, finestre ornate di vetri gotici, mobili fastosi e con angoli dedicati a differenti stili, quadri caratterizzati da un fantastico morboso, profumi esotici, bellezze artificiali, piante rare che imitano quelle finte. La biblioteca è piena di testi della decadenza latina, da Petronius a Apuleio, e di mistici di tutte le epoche, oltre che testi di Baudelaire, Mallarmé, Verlaine. In questo ambiente Des Esseintes rievoca come in sogno le proprie esperienze di vita ma è poi assalito da una grave forma di nevrosi. Costretto per guarire a rinunciare al suo beato isolamento, Des Esseintes implora il miracoloso soccorso del Dio cristiano, fede praticata dal padre e che lo stesso cercava di far abbracciare a l figlio Jean ma senza la minima speranza di successo  visto le sue tendenze verso l’artificio, lo sfarzo, sregolatezza e insolito. Questo romanzo è tra i classici della letteratura ottocentesca, l’autore nel volume fa una post prefazione venti anni dopo dove dichiara che non si dovrebbero rileggere mai i propri romanzi a distanza di tempo, perchè si cambierebbero interi capitoli e la critica è delle più crudeli verso il proprio lavoro, in quanto si sono scritti in un certo stato d’animo e mentale che non è replicabile o persistente nella vita di ogni essere umano. Eppure in tutto questo riesce a mantenere delle costanti e dei gusti, opinioni e miti che sopravvivono anche dopo 20 anni dalla prima scrittura. Huysmans,  di origine olandese, è stato amico di altri celebri scrittori a lui contemporanei come Emile Zola o Charles Baudelaire e di loro raccoglie le note intense ereditate dal  periodo denominato “naturalismo”, ma anche dal decadentismo dell’epoca. Benché scritto nel 1884, Controcorrente è un romanzo moderno per il dramma del personaggio, che racconta la psicopatologia quotidiana di un uomo estremamente solo, stanco e nauseato dalle efferatezze della società in cui vive. Attuale è anche la narrazione del racconto in cui si muove il protagonista, descritto insolitamente lungo il filo dei pensieri e ricordi piuttosto che da occhio esterno, da spettatore. Le descrizioni sono stupefacenti, realistiche, profonde e immediate, raccontate con dovizia di particolari. Non mancano aforismi, aneddoti, citazioni a rendere piacevolissima la lettura del romanzo, che culmina a tratti in uno stile tragicomico e lieve. Stroncato dalla critica e dai moralisti dell’epoca, fu altresì ben accolto, citato e preso ad esempio dalle “belle menti” di artisti come Oscar Wilde che lo cita ne Il Ritratto di Dorian Gray, D’annunzio si ispira a Jean Des Esseintes, per il personaggio protagonista de Il Piacere. Guy de Maupassant, lo definisce la «storia di una nevrosi». Come dice Carlo Bo nell’introduzione questo libro racchiude una morale importante ossia: “l’ingenuità di coloro che cedettero in questo percorso stava nel fatto di credere che tristezza, disperazione siano il frutto di una costrizione e non già della condizione stessa dell’uomo”.

 

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