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Borromeo per un giorno

24 Aprile 2017. L’aria fresca del mattino, la luce tiepida del sole primaverile e un vasto ‘mare’ piatto e cristallino all’orizzonte. Sono a Stresa e quello che ho davanti è il Lago Maggiore. Oggi andrò alla scoperta delle isole Borromee, queste perle di natura e architettura ancora troppo sconosciute. Munita di immancabile mappa mi accingo all’Imbarcadero e mi preparo per partire.

La prima tappa è l’Isola Madre, chiamata così perché costruita prima dell’altra. Dall’esterno non sembra essere niente di eccezionale: un ‘casermone’ dai colori spenti e nulla più. Se mai ce ne fosse bisogno, è l’ennesima prova che non bisogna giudicare dalle apparenze: appena varcati i tornelli vi si aprirà davanti un immenso giardino con aiuole curate e pieno di fiori colorati dove scorrazzano tranquilli e regali pavoni bianchi, fagiani e pavoni blu.

Il giardino è davvero grande e vale la pena perdere una quarantina di minuti per esplorarlo. Prima di andare è doveroso un salto anche nella villa: attraverso una sequenza di grandi sale luminose vista lago, Che pace, lasciatemi qua! – penso tra me e me – I Borromeo alla fine non se la passavano così tanto male!.

Lasciata l’Isola Madre mi sono diretta all’Isola Bella che, se si chiama così, un motivo c’è! In realtà il nome deriva da Isabella d’Adda, madre di Vitaliano VI, il Borromeo che ha fatto costruire questa villa dai giardini terrazzati.Se l’Isola Madre era il luogo perfetto per l’otium, questa è decisamente la sede di rappresentanza: quì l’arredamento modesto lascia spazio allo sfarzo degli stucchi, alle decorazioni dorate e alle opere d’arte di inestimabile valore. Quì si sono celebrati matrimoni, quì i Borromeo hanno incontrato principi e re.

Non sto a descrivere tutte le sale perché sarebbe inutile ma una menzione speciale va fatta per la sala da ballo: una sala tonda dal soffitto finemente lavorato, inevitabilmente ti immagini di essere una Borromeo nel il giorno delle nozze, circondata da eleganti personaggi, ed estasiata guardo nuovamente in alto e vedo campeggiare il motto della famiglia: ‘Humiltas’. Sì proprio Umiltà, penso tornando alla vita reale.

Questa villa però non è solamente di una bellezza apollinea ma nasconde anche una parte “grottesca”. Qualche piano sotto si aprono degli ambienti, al pelo dell’acqua, che grazie all’utilizzo di ciottoli di fiume, lastre di marmo e schegge di tufo, ricreano l’effetto di grotte marine. Il percorso di visita termina nel famoso giardino progettato da Angelo Crivelli: un tripudio di fiori e di colori, ordinati in giardini terrazzati all’italiana; al centro una grande fontana con figure mitologiche e ninfe. Uno dei migliori esempi dell’arte barocca dell’Italia settentrionale.

 

*#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere

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