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Parma: la città dei Farnese, di Maria Luigia e del Correggio

Una meta ideale per passare una giornata diversa dal solito è Parma: situata nel cuore dell’Emilia e ben collegata con i mezzi pubblici – basta prendere l’intercity che parte da Arezzo alle 7.20.

Di origine etrusca, Parma, lega la sua storia alla famiglia Farnese e la sua identità moderna a Maria Luisa d’Asburgo-Lorena. Paolo III Farnese è colui che, tramite bolla papale, istituisce nel 1545 il Ducato di Parma e Piacenza, destinandolo al figlio illegittimo Pier Luigi Farnese. Con loro la città si arricchisce a livello artistico; degna di menzione è sicuramente la scuola pittorica che vanta nomi del calibro di Antonio Allegri (Correggio) e Girolamo Francesco Maria Mazzola (Parmigianino).

Maria Luisa, dal canto suo, è la donna che ha modernizzato il volto della città. Moglie di Napoleone (1810), viene nominata nel Congresso di Vienna (1814) duchessa di Parma e Piacenza, titolo che la costringerà a rinunciare alla corona di imperatrice. Il 20 aprile 1816 entra a Parma, italianizza il suo nome in Maria Luigia porta un vento di modernità nella città. L’amore per la musica la porta a costruire il teatro ducale (oggi Teatro Regio), l’amore per i fiori la porta a diffondere a Parma la coltivazione della viola – dalla viola sarà poi estratto il famoso profumo “Violetta di Parma”, di gran moda tra le dame del tempo – l’amore per la gente comune e per le donne la porterà a costruire un ostello per le ragazze madri.

Ma torniamo a noi: il centro storico di Parma è contenuto, non avrete problemi ad orientarvi e a visitare tutto quello che c’è da vedere. La prima tappa è indubbiamente il Duomo: la facciata in pietra contrasta con la ricchezza barocca dell’interno dove, su tutto, spicca la meravigliosa cupola affrescata dal Correggio con l’Assunzione della Vergine (1526-1530).

Lateralmente al Duomo si trova il Battistero: progettato da Benedetto Antelami e costruito tra il 1196 e il 1216, è uno dei monumenti più significativi del passaggio dal romanico al primo gotico. La struttura ottagonale in marmo rosa di Verona si sviluppa in quattro ordini di logge ad aperture architravate. Qui l’ingresso è a pagamento: 8 euro comprensivi dell’ingresso al Museo Diocesiano.

Si passa dal romanico al rinascimentale visitando la Basilica di Santa Maria della Steccata dove ancora oggi si può vedere l’ultima esaltante opera del Parmigianino: Le Vergini Sagge e le Vergini Stolte. Del Parmigianino sono anche le due portelle d’organo poste ai lati dell’entrata e sempre all’ingresso si possono ammirare delle sculture tombali in marmo, così finemente lavorato da sembrare irreale. Non dimenticatevi di guardare in alto: anche qui troviamo una bella cupola affrescata, questa volta opera di Bernardino Gatti (1560).

Per rimanere in tema “cupole e soffitti affrescati”, sosta obbligatoria alla Camera di San Paolo e alla Camera della Badessa, due stanze dell’antico monastero delle suore benedettine ricostruito alla fine del ‘400. La camera di San Paolo è opera di Alessandro Araldi (1514) che ha decorato la volta con un motivo di candelabri bianchi su fondo blu, mentre la camera della Badessa è un’altra magnifica opera del Correggio (1519) che grazie ad un motivo vegetale, intramezzato da putti, maschera la volta tardo gotica ad ombrello.

Se siete fan delle marionette, adesso dovete fare tappa al Museo dei Burattini che si trova proprio a fianco dell’antico monastero; se invece volete continuare ad immergervi nell’Arte la prossima tappa è il Palazzo del Pilotta.

Originariamente concepito come un enorme palazzo per i servizi della corte dei Farnese (stalle, scuderie, fienili, magazzini, rimessa per le carrozze, etc.) oggi ospita un complesso museale che comprende: Museo Archeologico, Galleria Nazionale, Teatro Farnese, Biblioteca Palatina e Museo Bodoniano.

Degna di nota è la Galleria Nazionale che, tra le varie opere accademiche, conserva un bozzetto di volto femminile di Leonardo da Vinci; da non perdere assolutamente è il Teatro Farnese inaugurato nel 1628 per le nozze tra Margherita de’ Medici e il duca Odoardo con uno spettacolo allegorico-mitologico musicato da Claudio Monteverti. Quasi del tutto distrutto dalle bombe del 1944, il Teatro è stato ricostruito in epoca moderna rispettando i materiali e i disegni originali e, ad oggi, ci restituisce una delle più straordinarie architetture del Seicento.

Se ancora non è arrivato il momento di prendere il treno potete visitare il Teatro Regio, la Casa natale e museo di Arturo Toscanini, la Casa del Suono, la Spezieria di San Giovanni….passeggiare nel Parco Ducale o, perché no, fare un po’ di shopping!

 

Info:

http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/musei-gallerie

http://pilotta.beniculturali.it/

 

*#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere

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