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OSAKA FLU: il punk si annida dappertutto, anche ad Arezzo

“Gli OSAKA FLU nascono nel 2010 quando Daniele (Chitarra, Berci e Kebab), Michele (Batteria, Poliglotta e Cicatrici) e Francesco (Basso, Pettognudo e Bestemmie) si incontrano alla Sella, quartiere malfamato dell’aretino”. Con questa sommaria descrizione gli OSAKA FLU si descrivono in pochissime ma chiare parole dalle quali emergono immediatamente le caratteristiche principali della band. Per saperne di più ho fatto alcune domande a Michele che si è subito presentato come “il batterista/pusher della band”.

Il vostro stile musicale e di immagine più che un fenomeno di costume è una attitudine alla vita. Certe sfumature punk si possono annidare ovunque, nei ragazzi e nelle persone più grandi ed eleganti, può essere perfino presente in una città come Arezzo. Mi dai una vostra definizione di questo modo di sentire il mondo?

Cosa è il punk? Non saprei! Per aiutarmi nella risposta vi posso raccontare un po’ del nostro mondo però. Diciamo quel che pensiamo senza paura, ci vestiamo come ci pare, la nostra band preferita sono i Clash, i capelli non sono mai pettinati (portiamo i cappellini per questo), componiamo i dischi isolandoci dal resto del mondo e ci ubriachiamo prima, ma soprattutto dopo i nostri concerti. Non so se tutto questo fa parte del canone punk, sinceramente non mi interessa molto. Come hai detto anche tu, non serve tutto questo, non serve la cresta e nemmeno i capelli spettinati. Ho visto molta gente in giacca e cravatta molto più punk di qualche buffone con i capelli verdi (che poi se li colorano con le bombolette usa e getta, bleh!).

Un elemento che emerge dalla vostra produzione è il rispetto della tradizione. Mi avete dato da pensare su questa cosa…i ruvidi connotati della nostra tradizione sono punk?

Come abbiamo detto, il punk si annida proprio dappertutto. Non serve tirar fuori gli Skiantos oppure i CCCP, ho sempre pensato che Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano oppure a Guccini, non avessero nulla da invidiare ai Clash oppure ai Buzzcocks. Si, affrontavano la comunicazione attraverso musica in due modi diversi: i primi da sedere, composti nel modo di fare e di vestire, ma lanciando bombe dalla loro bocca. I secondi vomitandosi addosso, urlando e strappandosi i vestiti.

Altra caratteristica che si nota nella vostra produzione è la necessità di fare gruppo tra di voi ma anche con la gente che vi segue. I vostri video sono feste ricche di partecipazioni. Com’è il rapporto con il pubblico di casa e quello fuori?

I nostri video sono pieni di gente perché offriamo alle comparse dei gran panini con la porchetta e tanto tanto vino, mica penserete che la gente si rompe le palle per la gloria…scherzo ovviamente! Il rapporto con i nostri ascoltatori è molto, ma molto buono. Siamo una band indipendente e stiamo facendo un percorso difficile, fatto di sacrifici e calci nei denti, per questo forse la gente ci sta accanto. Quando troviamo i fan in giro per l’Italia sembra che ci conoscano proprio come amici di vecchia data e in effetti, nell’epoca dei social, è proprio così.

Dal punto di vista organizzativo la vostra è una formazione indipendente che si autoproduce e autofinanzia. Avete avuto ottimi risultati per le date dei tour, per i dischi fisici e per l’irriverente presenza sui social. Come funziona la gestione di un gruppo come gli OSAKA FLU negli anni di internet?

Abbiamo deciso da Marzo di essere completamente indipendenti. Questo vuol dire che, dividendoci i compiti, tutti i giorni abbiamo da scassarci le balle per la band, ogni maledetto giorno. Vi sveliamo un segreto che forse conosce solamente chi ha un gruppo come noi: in un percorso musicale il tempo dedicato alla MUSICA è davvero una parte piccola. Purtroppo, dovrebbe essere centrale, dovrebbe essere almeno il 90% ed invece credo che non arrivi neanche al 50%. Alcune volte ci perdiamo dietro la gestione dei social, del booking e della burocrazia che c’è nell’uscita di un disco, ma poi ripartiamo subito a comporre nuove canzoni e quando poi prendono forma eccolo quel brivido proprio sullo sterno; è il motivo che ci manda avanti, che ci fa saltare l’ostacolo e che ci fa dormire poche ore e litigare con la fidanzata, sempre e comunque.

Parliamo ancora del tema della organizzazione…

Certo, adesso ce la facciamo da soli una domanda: Avete avuto qualche contatto con etichette discografiche, anche indipendenti? Sì, molti contatti e tante porte chiuse in faccia. Pensiamo che un’etichetta che gestisce la tua produzione musicale, la comunicazione e soprattutto la burocrazia, siano un grandissimo aiuto per musicisti indipendenti. Guardandola da un’altra prospettiva, per una band che dell’irriverenza ne ha fatto proprio un marchio, non è un gran vantaggio. Rispetto ai nostri “concorrenti” prodotti, noi conosciamo benissimo il nostro pubblico (che poi è una cosa fondamentale), primo perché abbiamo un rapporto molto diretto con loro, curando la comunicazione e le vendite online da soli e secondo perché abbiamo il controllo totale degli analizzatori di pubblico. In poche parole sappiamo tutti di voi, anche quando guardate i porno in bagno con la vostra fidanzata in camera da letto. (se scherza è…).

Anche solo da ascoltatori si percepisce questa vostra irriverenza! Quali sono invece i progetti per il futuro?

Progetti per il futuro? Stiamo scrivendo nuovi brani, a breve decideremo l’uscita del nostro prossimo disco. Tra pochi giorni registreremo alcuni brani del nostro ultimo disco con collaborazioni e arrangiamenti diversi (c…o, non lo dovevo dire), abbiamo in cantiere il nuovo video e siamo in tour al giro per l’italia. Mi sembra un buon futuro? Voi che ne pensate?

Sono molto contento che tu lo abbia detto invece, adesso non vedo l’ora di sentirlo! Rinnovo a voi i complimenti per l’energia e per l’entusiasmo con i quali portate aventi il progetto, le vostre canzoni non passano mai inosservate o inascoltate!

#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere 

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