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Emergenza fanghi da depurazione, l’analisi di Cna

“Che la regione Toscana, con il coinvolgimento dei prefetti, individui immediatamente siti per lo stoccaggio temporaneo o definitivo dei cosiddetti ‘fanghi da depurazione”.

E’ l’appello delle imprese di autospurgo dopo che la recente sentenza del Tar della Lombardia ha bloccato di fatto l’attività nella regione destinataria della maggiore parte dei fanghi da depurazione prodotti in Toscana che, per legge, devono essere smaltiti in centri specializzati o bruciati negli inceneritori.“

La sentenza non consente alle imprese di effettuare il servizio di vuotatura fosse biologiche e pulitura pozzi neri – dichiara l’aretino Giuseppe Brasini, presidente Cna Fita Toscana – per non incorrere nel penale lo smaltimento deve essere effettuato entro 48 ore e gli impianti privati esistenti in Toscana stanno chiudendo per ferie e/o manutenzione. Vista la gravità del problema e l’urgenza di affrontarlo, Cna Toscana incontrerà l’assessore regionale all’ambiente e invierà una lettera ai prefetti”. 

“Sulle soluzioni di medio/lungo periodo è auspicabile che il governo proceda alla revisione del decreto legislativo 99/92 relativo allo spandimento dei fanghi in agricoltura – osserva Michele Santoni, portavoce trasporto merci Cna Toscana – nell’immediato occorrono soluzioni tampone con l’individuazione di centri di stoccaggio temporaneo. E’ necessario però che la regione garantisca alle imprese la certezza della destinazione dove conferire e dove effettuare il trattamento: un piano preciso per non ritrovarsi nuovamente nell’emergenza, magari per un’altra tipologia di rifiuto. E’ impensabile infatti che, come sta già accadendo, siano contattati paesi come Bulgaria e Polonia per lo smaltimento di tali fanghi, con conseguenze economiche pesanti per cittadini e imprese”.

Cna Arezzo invita le imprese di autospurgo a contattare i propri uffici per la necessaria assistenza.

(Nella foto Giuseppe Brasini)

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