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San Lorenzo all’eremo della Montanina

Si rinnova anche quest’anno l’iniziativa per San Lorenzo all’Eremo della Montanina. Il programma, come consuetudine, prevede prima la Santa Messa e poi merenda per tutti. La chiesa dell’Eremo di S. Lorenzo ufficialmente non esiste più come parrocchia dal 1987, e rimane aperta solo come luogo di pellegrinaggio per i fedeli. E domani sera, notte di San Lorenzo, appunto, come consuetudine molti pellegrini si ritrovano alla Montanina per ammirare la volta celeste e guardare le stelle cadenti. Da lo scorso anno, poi, con l’illuminazione della croce, l’Eremo di San Lorenzo alla Montanina è diventato un punto di riferimento sia per gli abitanti che per i tanti turisti che percorrono le strade della Val di Chio.Il romito eremo di San Lorenzo ha origini molto antiche. Già prima dell’anno Mille esisteva un edificio sacro dedicato a San Biagio; nel 1302 questo risultava suffraganeo della Pieve di Santa Maria a Chio. Nel 1379 al titolo di San Biagio venne aggiunto quello di San Lorenzo, che in seguito sostituì il primo; nel frattempo venne costruito attorno un piccolo gruppo di case. Il borgo veniva chiamato San Lorenzo oppure San Lorenzo alla Montanina o semplicemente Montanina. Nel Cinquecento borgo e chiesa decaddero e divennero oggetto di scorribande, ma il sito riacquistò splendore dopo il Seicento. Nel 1745 la Montanina contava 148 abitanti, che divennero 98 nel 1833 e 102 nel 1845. La parrocchia ha cessato di esistere nel 1987 quando è stata inglobata in quella della Pieve di Chio. La chiesa è stata recentemente restaurata e attualmente tutto il borgo è stato ristrutturato in modo da ospitare chi si reca alla chiesa, ormai considerata eremo a causa della remota locazione, per un ritiro spirituale. La chiesa, in pietra toscana ed a una sola navata, presenta una facciata molto semplice, sovrastata da un minuscolo campanile a vela con due campane non elettrificate. L’interno è costituito da un piccolo vano, che termina nel presbiterio dove è elevato l’altare maggiore. Sulla sinistra un altare secondario, decorato con stucchi tardo barocchi, è sormontato da una nicchia che ospita una statua della Beata Vergine Maria.

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