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L’articolo shock che ha sconvolto la redazione di #TeletruriaGiovani

+++++ I POTERI FORTI NON VOGLIONO CHE TU LO SAPPIA!!111!!11 MASSIMADIFFUSIONE1!1!11! +++++

La sera del 21 febbraio, una decina di giorni dopo la conclusione del festival di Sanremo, noto nella sezione notizie di Facebook un post intitolato “Francesco Gabbani fa coming out: Sono gay, vi presentoil mio compagno”, con un numero di interazioni che fortunatamente si poteva contare sulle dita di una mano. Fortunatamente perché è palesemente inventata ed è diffusa per puro tornaconto personale. Palesemente? Si, palesemente, almeno per osservatori sufficientemente attenti (neanche troppo in realtà) e abituati a muoversi più o meno agilmente in quelle molteplicità menzionate nel paragrafo precedente. Mio malgrado, non si tratta della maggioranza, anzi, questa fetta di utenza sembra piuttosto essere ormai una ristretta nicchia, di fronte ad una stra grande prevalenza di appartenenti a quella macro-categoria di frequentatori della rete, che si sono affacciati su Internet solo negli ultimi anni e solo grazie alla diffusione di dispositivi user-friendly come smartphone e tablet, apostrofati più o meno scherzosamente, di caso in caso, come “webeti” et similia.

Breve analisi del post: già ad una prima occhiata, le immagini di anteprima non hanno niente a che fare con il titolo, sono semplicemente due riquadri con, rispettivamente, una foto di Gabbani e una foto di un uomo con aspetto e posa quantomeno particolari (sembra un autoscatto, venuto non troppo bene), non sono di buona qualità, probabile indice di riutilizzo di immagini trovate online edeventualmente modificate ad hoc per adeguarle al post da qualcuno che non ha avuto tempo, voglia o capacità di effettuare un lavoro da vero professionista; anche il layout dell’anteprima su Facebook è poco curato, i due riquadri sono di dimensioni diverse senza apparenti ragioni, tutti particolari che, come accennato, possono essere poco significativi di per se, ma danno quella sensazione di “anomalia” ad utenti più esperti o addetti ai lavori. Tralasciando questi piccoli “indizi”, veniamo al dunque: Facebook riporta, in basso a sinistra nel riquadro del post, il nome del sito a cui fa riferimento un collegamento esterno inserito da un utente, in questo caso si tratta dinews24roma.com. Tutto normale? Un sito di “informazione” (non l’unico, come riportano le indagini disponibili nei link di approfondimento a fine articolo) con un nome decisamente troppo simile al ben più noto RaiNews24? Curioso. Sembra il momento giusto per interrogare qualche motore di ricerca, scegliendo come argomento un direttissimo “gabbani outing”; la risposta è decisamente indicativa: come primo e UNICO risultato si ottiene appunto il collegamento all’articolo su news24roma.com, seguito da un paio di siti di gossip che che riportano la notizia purmettendola in dubbio e da altri risultati vari su Gabbani e Sanremo, non inerenti.

Già questo dovrebbe essere sufficiente per arrivare alla conclusione suggerita dagli indizi rilevati alla prima occhiata: è davvero possibile, nell’era contemporanea, che una notizia che tratta argomenti di grande attualità, se pur di mero gossip, venga riportata da una sola fonte in tutto l’universo online? Molto probabilmente, no.

Approfondiamo. Usando un browser equipaggiato con alcune basilari misure contro invasione della privacy, esecuzione di script in background e tracciamento degli utenti online, (es. adblock, ghostery, flashdisabilitato) allo scopo di evitare di finanziare ulteriormente l’attività del sito, con un notevole sforzomentale decido di aprire il collegamento e visualizzare il contenuto veicolato dalla condivisione acchiappa click del giorno, di cui riporto alcuni aspetti che vado immediatamente a notare:

• l’avviso di assenso per l’accettazione dei cookie non è a norma, ed è in lingua inglese, così come buona parte degli elementi strutturali del sito; perché un sito chiamato news24roma, rivolto al 99% ad un’utenza italiana se non strettamente romana (almeno, questo suggerirebbe il nome) dovrebbe avere elementi dell’interfaccia in inglese? Tradurli o farli tradurre era troppo impegnativo e/o costoso? 

• Immediatamente sotto al titolo sono presenti alcuni dei cosiddetti “metadati” relativi all’articolo (anche qui, in inglese), tra cui l’autore: di nuovo un anonimo news24roma, e nulla più.

• La colonna laterale del sito con articoli recenti, commenti e archivio notizie, così come la sezione per le notizie correlate, anch’essa con intestazioni in inglese, riportano notizie a dir poco”curiose” (i tutti i sensi) i cui titoli contengono sistematicamente nomi di personaggi noti associati ad episodi e/o dichiarazioni più o meno improbabili.

• L’articolo in se non raggiunge le 10 righe, è puramente ipotetico (“avrebbe”, “sarebbe”, ecc), contiene come unico collegamento in uscita un link alla pagina Facebook di quello che dovrebbe essere il compagno di Gabbani (che risulta poi essere una pagina pubblica, e non un profilo personale da privato cittadino), ed è privo di qualsiasi contenuto concreto al di la delle poche parole spese dall’autore, così come mancano totalmente riferimenti specifici a fonti, fatti, date o qualsiasi altro elemento possa fornire informazioni utili a verificare la veridicità della notizia.

In pratica, siamo di fronte a qualcosa che assomiglia molto ad una voce di corridoio o pettegolezzo da bar che dir si voglia. Se non sembrasse un hobby davvero infelice, impegnativo edispendioso, verrebbe quasi da pensare che qualcuno si sia messo ad inventare notizie su personaggi ed argomenti di attualità e ne abbia fatto un sito a tutti gli effetti che ricalca in molti aspetti quello di una testata giornalistica. Un’operazione che richiede, al di la di alcune basi tecniche, una discreta dose di tempo, risorse e più generalmente impegno. Ma chi, e perché, dovrebbe fare qualcosa del genere? Passiamo alla seconda ricerca, con chiave “news24roma”.

I primi risultati sono:

• il sito stesso (facilmente prevedibile);

• la relativa pagina Facebook (altrettanto intuibile);

• un link a proposito di “siti creatori intenzionali di bufale”;

• alcuni collegamenti relativi a inchieste di davidpuente.it, debunking.it, bufale.net e butac.it, realtà ben note in Italia che insieme ad altre (es. il blog di Paolo Attivissimo) si occupano, in generale di fact-checking, disinformazione, allarmismo e truffe, online e non, documentando con perizia i passaggi effettuati nelle operazioni di debunking (traducibile più o meno come “demistificazione”);

• risultati per la ricerca del dominio news24roma.com su whois.domaintools.it, un sito che offre la  strumentazione per accedere a database globali relativi alla proprietà dei dominiutilizzati per servizi internet in generale.

L’immagine si va delineando: notizie completamente inventate relative ad argomenti di attualità, pubblicate da un sito che ha come unici riferimenti se stesso, la propria pagina Facebook (di nuovo, autoreferenza, ma appoggiata ad un social network che gode di ottima indicizzazione online), che vanta svariate menzioni su siti che si occupano di disinformazione, nonché frequentemente oggetto di indagine tramite strumenti per documentarsi sull’intestazione di servizi online, al punto le ricerche sull’intestatario diventano esse stesse dati rilevanti relativi al sito in questione. Una veloce consultazione degli articoli presenti sui siti di debunking ottenuti come risultato della ricerca aiuta a completare più rapidamente il puzzle, evitando di ripetere indagini (se pur rapide eimmediate) già effettuate e documentate da altri: foto, nome e pagina Facebook del fantomatico compagno di Gabbani sono in realtà riferimenti al proprietario stesso del sito news24roma, un “professionista” del web marketing che da tempo fa cassa sfruttando le incoscienti condivisioni dell’utente medio da “social web 2.0”, volte a portare visite ai propri siti e pagine Facebook (quello di news24roma non è il primo caso, e non sarà l’ultimo) puntualmente farciti di pubblicità e/o di altri stratagemmi che generano più o meno direttamente introiti per gestori e proprietari, ad un costo intermini di tempo/risorse pressoché nullo tralasciando il minimo investimento iniziale (un sito del genere può rimanere online con un centinaio di euro all’anno, e fruttarne qualche migliaio a seconda delle condivisioni); ad aggravare la situazione il proprietario/gestore/autore, come spesso accade, non nasconde minimamente la propria attività di disinformazione, nascondendola dietro una qualche forma di “satira” (escamotage molto diffuso per evitare conseguenze legali), perfettamente cosciente che l’utente medio che si interessa alle sue superficiali baggianate non sicurerà minimamente di documentarsi sui contorni della notizia che sta per condividere,alimentando così il meccanismo.

Il “professionista del web-marketing” dietro a news24roma si spinge anche oltre, arrivando ad interpretare in prima persona personaggi che cavalcano di volta in volta la protesta popolare di pancia del momento.

Per concludere mantenendo l’intenzione iniziale, ovvero spingere chi si è preso la briga di leggere a qualche riflessione in più,pongo qualche domanda:

• se un dato intervento, articolo, post o commento è effettivamente ricco di contenuti significativi, c’è necessità di corredarlo di sgrammaticati appelli alla condivisione, prevenendo ipoteticamente una censura che sarebbe chiaramente controproducente, per quello che è ormai ben noto come “Effetto Streisand” ?

• E’ davvero sufficiente, al giorno d’oggi, leggere una notizia senza informarsi sul contesto da cui emerge? Sul background culturale e formativo dell’autore, sulla sua carriera, sulle sueconvinzioni e opinioni al di la dell’argomento trattato? 

• E’ ancora possibile, e corretto, giustificare con l’ignoranza e la mancanza di conoscenze tecniche l’ingenuità di un’utenza che si approccia all’informazione con superficialità e disattenzione, in un panorama in cui i moderni mezzi tecnologici sono contemporaneamente insidia e arma di difesa? Per analogia, è da giustificare l’errore di un conducente che non sa gestire il mezzo che stautilizzando, qualunque sia la ragione di questa incapacità?

• Quanto visto in questo esempio è frutto dell’opera di un singolo individuo, o comunque di un gruppo ristretto con risorse relativamente limitate; che livello di mistificazione può raggiungereun’entità con più personale qualificato a disposizione, risorse economiche, mezzi, magari concompetenze specifiche nell’ambito della “consulenza per strategie digitali” e per la cosiddetta “presenza in rete”, o più generalmente qualcuno che con secondi fini si appoggia ad un’entità di questo tipo? stiamo ancora avendo a che fare con chiacchiere, ironia e marketing invasivoonline, o il fenomeno assume contorni decisamente più seri e, a lungo termine, preoccupanti?

A questo proposito, allego alcuni collegamenti a quella che ho trovato essere un’interessante indagine svolta in collaborazione da alcuni dei siti di debunking già menzionati (su cui è possibile reperire molto materiale relativo a news24roma e affini), a proposito della costruzione di veri e propri network più o meno occulti di fake-news :

http://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2016/12/16/news/bufale_web_paolo_attivissimo_ecco_chi_c_e_dietro_libero_giornale-154216006/

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-12-20/fare-soldi-le-bufale-ecco-come-guadagnano-sitinotizie-fake-172031.shtml

https://www.davidpuente.it/blog/2016/12/16/la-piovra-delle-panzane-chi-ce-dietro-il-sitoliberogiornale/

http://attivissimo.blogspot.it/2016/12/il-cinico-business-delle-bufale-prima.html

 

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