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Un’avventura “battistiana”: l’esplosione musicale di Lucio Battisti.

Nel giugno del 1965 fu pubblicato uno dei brani musicali più importanti ed influenti di sempre, imprimendo così un drastico cambio di atteggiamento in relazione a ciò che può trasmettere una canzone, un esempio notevole di sperimentazione ed espressione relative a nuove sonorità e a nuove tematiche da affrontare. La nota rivista musicale “Rolling Stone” classifica il brano “Like a Rolling Stone” al primo posto nella classifica delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi. L’autore di questo capolavoro è Robert Allen Zimmerman o meglio noto con il nome d’arte Bob Dylan.

In Italia, il cantautore americano non godeva ancora della fama attuale, ma la sua prorompente forza fu notata da un giovane chitarrista, anche lui con quel “cesto” di capelli che “imprigiona i denti di un pettine”, che al momento si trovava in Germania impegnato in un tour con la sua band: “I campioni”.

Originario di Poggio Bustone, il reatino Lucio Battisti sarà il musicista che più di tutti si spingerà verso la ricerca di nuove idee, nuove espressioni musicali sulle basi delle quali tenterà di rivoluzionare i fondamenti caratteristici della musica italiana legata alla classica struttura degli anni ’40 e degli anni ’50.

Ispirandosi quindi a Bob Dylan, alla ballata folk americana e al rhythm’n’blues dei “The Animals”, altra sua grande passione, Battisti riscriverà la storia della musica tricolore adottando uno stile chitarristico del tutto originale, uno stile così intenso che il suono emanato dal semplice pizzicare le corde della sua chitarra riuscirà a diffondere travolgenti emozioni; questo grazie anche ad un’evasione dalle vie tradizionali della canzone italiana aprendosi a sonorità provenienti da altri universi musicali: blues, beat, soul e progressive; non generi puramente italiani.

Sono le forti capacità possedute da Battisti che riescono a metterlo in luce di fronte a Christine Leroux, una talent scout francese, che viene immediatamente folgorata dalla figura di Lucio e ne riesce a percepire le grandi potenzialità compositive ma anche la grande carenza nella scrittura di testi e, indirettamente, darà vita al duo italiano più famoso di sempre. Infatti nel 1965, dopo essere entrato nell’ambiente milanese ed aver firmato un contratto con l’etichetta discografica Dischi Ricordi, Lucio sarà ricevuto nell’ufficio di Giulio Rapetti, in arte Mogol.

La magia non scoccò subito. Inizialmente ci furono delle forti incomprensioni in quanto Mogol non rimase entusiasta dei brani che Battisti gli propose, anzi li definì modesti. A tale affermazione Lucio, con il suo sorriso angelico, confermò il giudizio di Mogol e furono proprio questa sua autocritica e modestia a convincere Mogol a tenerselo ben stretto, promettendogli di lavorare con lui nel futuro e di non di scrivere semplici canzoni ma di fare esperimenti con l’intenzione di dare una svolta decisa all’antiquato ed obsoleto stile della canzone italiana.

Nel 1967 la magica coppia mosse i primi passi adottando una nuova formula. Il termine Battisti che racchiude l’ingegnosità nel modellare una melodia contaminandola con sonorità proveniente da tanti universi musicali viene sommato al termine Mogol, il termine corrispondente alla poeticità delle liriche capaci di incatenarsi alla perfezione con la melodia. Il risultato della combinazione non fu altro che un successo. A testimoniare l’efficacia di questa formula, l’esempio di maggior rilievo è il brano “Ventinove settembre”, composto dai due nel 1967 per la band “Equipe 84”, definito il primo brano rock psichedelico italiano e destinato ad entrare nella storia della musica per la forte sperimentazione sonora, anticipando di tre mesi quello che poi sarebbe diventato il simbolo della psichedelia mondiale: “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei “The Beatles”.

Dopo aver composto una moltitudine di successi interpretati da altri artisti, giunge il 1969, anno della maturazione di Battisti. La Dischi Ricordi concede la pubblicazione del suo primo LP intitolato semplicemente “Lucio Battisti”, segnando l’inizio di una nuova era per la musica italiana.

 

#TeletruriaGiovani è un nuovo progetto coordinato da Teletruria, nato dalla volontà di dare voce ai giovani. Il team di #TeletruriaGiovani è formato esclusivamente da ragazzi under 40 non giornalisti che, per il gusto di scrivere e per la passione di condividere le loro esperienze, hanno deciso di curare delle rubriche tematiche. I ragazzi sono tutti volontari e scelgono in autonomia i temi su cui scrivere.

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