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Caro Renzi permette qualche domanda?

L’arrivo, anzi il ritorno di Matteo Renzi ad Arezzo, stuzzica la nostra curiosità. L’ultima volta che abbiamo avuto l’opportunità di vederlo all’opera da vicino fu lo scorso 25 aprile a Cavriglia. Una giornata intensa quella perchè aveva un significato speciale. Eravamo alla vigilia di quel referendum che dopo la netta sconfitta accusata alle urne,  sarebbe costato al leader del Pd il massimo scranno di Palazzo Chigi. Arrivo’ il passo indietro. Un gesto nobile ma pur sempre obbligato. L’indizione del successivo Congresso del Pd lo ha visto vincere (ci perdonino Orlando ed Emiliano) a porta vuota, e la netta affermazione senza suscitare quegli entusiasmo che lo avevano accompagnato nella tornata precedente. Da allora Renzi è tornato “lider” del suo partito, ha perso l’ala sinistra, finita per inventarsi Articolo Uno con tanti rancori e veleni. Appoggia Gentiloni più per forza d’inerzia che per convinzione, tranne prendersi i meriti degli indicatori economici che attestano una ripresa che spesso il Paese reale non ha percepito. Intanto il Pd vivacchia in attesa delle elezioni siciliane, sposando una linea che ai tempi della Prima Repubblica, Giulio Andreotti defini’ del tirare a campare. Un Pd che ancora non si sa dove andare a parare. Ondeggia tra Pisapia e Alfano ma soprattutto deve tornare a parlare con la sua gente. Intanto Renzi scrive i libri che iniziano ad essere troppi. Giusto chiedersi dove trovi il tempo per pensarli e scriverli. In compenso quando c’è qualcuno che azzarda delle domande, non risponde. Con la signora defraudata dei suoi risparmi (non certo una pericolosa contestatrice dei centri sociali) ha accusato una palese caduta di stile. Soprattutto non ha chiarito perchè a pagare quel conto siano stati gli obbligazionisti e azionisti delle quattro banchette, tra cui quelli della defunta Banca Etruria. Più di una volta ci è venuto il dubbio che quando il decreto venne approvato quella piovosa domenica del 17 novembre 2015, non venne colto il significato degli effetti devastanti che quell’atto poteva avere. E tanti si chiedono perchè siano state usate due pesi e due misure. Visto a  70 km, certi riguardi furono rispettati. Ma soprattutto questa assenza di linea politica ha ridato slancio e convizione a chi sembrava ormai fuori della partita. In più a condire la minestra ci ha pensato la questione dei migranti con un Governo che si è ridestato solo con la cura dello “sbirro” Minniti. Che poi era quella di Berlusconi. Ultima annotazione. In tutta questa storia si è capito che i soldi per l’accoglienza, alla fine vanno ad ingrassare troppa gente che si sciacqua la bocca con la parola solidarietà e integrazione. A tutto vantaggio della destra razzista e lepenista. Caro Renzi, batta un colpo, altrimenti sarà dura. Per lei e il suo partito.

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