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Un mese per fare quello che non è stato fatto in 30 anni…

In Italia è davvero tutto strano. Un mese di stop al transito, ha fatto capire a tutti l’importanza di una strada, la E45, che dal 1980 ad oggi era stata tenuta come un pollaio da chi era preposto a controllo e manutenzione. Il territorio ha fatto sistema, rispondendo nella migliore maniera a tutto quello che stava accadendo. I danni sono stati molteplici, soprattutto di carattere economico e psicologico, visto che l’interruzione dei rapporti tra Toscana e Romagna, ha messo in crisi, non solo quelli che sull’asse stradale lavorano e prosperano. Quello che sorprende è l’ottimismo che si è generato dopo la visita del ministro. Intanto c’è da chiarire un aspetto non trascurabile. L’Anas i soldi per rendere agibile il progetto di sistemazione del viadotto del Puleto, li aveva da tempo nel suo cassetto. Non si capisce perchè abbia aspettato così tanto, al punto che c’è voluto un provvedimento della magistratura aretina per seguire una road map dei lavori. In parole povere, si è perso del tempo inutile, quando questi lavori potevano essere fatti, senza il clamore mediatico che ne è conseguito. Ora la speranza si chiama riapertura al traffico pesante, che è quella che conta. Non di meno, deve marciare di pari passo il rimborso a quelle aziende che hanno subito dei danni evidenti in questi 30 giorni terribili. I vertici Anas erano presenti e avranno ben compreso che quella strada non è certo una mulattiera. Anzi, la vecchia 3bis, deve essere ripristinata nel medio periodo, perchè una tratto delicato come quello tra Canili e Valsavignone, non puo’ restare senza una strada alternativa. Tra un mese la verifica….

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