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Scacco Matto! Origini e curiosità di questo antico gioco

Il 9 Marzo 1943 nasceva, a Chicago, Robert James Fischer (per gli amici Bobby), uno dei migliori giocatori di scacchi di tutti i tempi. Partendo da questa ricorrenza, voglio raccontarvi alcune curiosità su questo antico gioco.

Gli scacchi sono un gioco da tavola strategico nato, nel quinto secolo dopo Cristo, nelle regioni dell’India nord-occidentale, chiamato in sanscrito chaturanga. Nel VI Secolo il gioco si diffuse in Persia e tra i popoli Arabi che divennero giocatori accaniti.

Ogni giocatore ha otto pedoni, due torri, due alfieri, una regina, un re e due cavalli; la ragione per cui i pezzi degli scacchi non assomigliano alle figure che rappresentano è da attribuirsi alla cultura islamica. L’Islam, infatti, proibisce di fare statue di animali e/o persone, così i pezzi degli scacchi sono diventati vaghi. Quando poi il gioco si è diffuso nell’Europa cristiana, alcuni i pezzi, hanno subito modifiche e hanno acquistato significati differenti. Il pedone, ad esempio, che noi riconosciamo come un soldato di fanteria, è considerato un contadino o agricoltore nella cultura tedesca e spagnola; l’Alfiere, invece, viene rappresentato con il copricapo da vescovo nei paesi anglofoni – dove, difatti, è chiamato Bishop (vescovo) – ma il nome, che deriva dall’arabo-persiano”al-fil”, ci indica che la sua  raffigurazione originaria era quella di un elefante (al=articolo determinativo; fil=elefante)! L’aspetto dei pezzi usati comunemente in Italia e nei tornei ufficiali è quello di tipo Stauton, scacchista inglese dell’800 che approvò i disegni fatti da Nathaniel Cook.

Il campo da gioco, la scacchiera, è composta da 64 caselle di due colori alternati e contrastanti, organizzate in 8 righe orizzontali («traverse») e 8 righe verticali («colonne»): le traverse sono numerate da 1 a 8 mentre le colonne sono contraddistinte dalle lettere dell’alfabeto da ‘a’ a ‘h’. La scacchiera deve essere orientata in modo che la casa nell’angolo in basso a destra di ciascun giocatore sia chiara.

L’obiettivo del gioco è dare scacco matto, ovvero attaccare il re avversario senza che esso abbia la possibilità di sottrarsi alla cattura. Forse non tutti sanno che il termine “Scacco matto” deriva dalla frase persiana Shah Mat, che significa “il re è morto”. Il termine “Scacchi” invece deriva dall’occitano e catalano escac, che discende a sua volta dal persiano Shah che significa “Re”.

Il numero di possibili combinazioni sulla scacchiera è stimato 10 ^ 120, cioè un uno seguito da 120 zeri; un numero addirittura maggiore della stima degli atomi dell’universo, 10^81.

La partita teoricamente più lunga possibile è di 5949 mosse mentre la partita ufficiale più lunga è durata 269 mosse (I. Nikolic – Arsovic, Belgrado, 1989), conclusasi con un pareggio.

 

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