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#tuttomeritomio

Presentato dai vertici dell’amministrazione comunale e della Fondazione CR Firenze, rappresentata dal direttore generale Gabriele Gori, il programma della fondazione stessa e di Intesa Sanpaolo: #Tuttomeritomio. Già il nome chiarisce la mission del progetto: valorizzare il merito e il potenziale dei giovani. In particolare, di 400 studenti dai 17 ai 19 anni delle province di Firenze, Arezzo e Grosseto che dimostrino un’alta media scolastica e provengano da famiglie in condizioni di disagio economico. In merito a questo aspetto, l’Isee dovrà essere inferiore a 21.265,87 euro. Il programma, dunque, si configura come uno strumento volto a rimuovere gli ostacoli che possono limitare le legittime aspirazioni nell’ambito della formazione scolastica e universitaria.Il programma, per come è strutturato, per l’entità del contributo, di ammontare pari a 7,5 milioni di euro, e per la continuità dell’intervento, prevede la collaborazione dell’Università degli studi di Firenze e dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana. Partner dell’iniziativa è la Fondazione Golinelli di Bologna che si occuperà della gestione operativa assieme al team di Fondazione CR Firenze.Sarà grazie a un bando, con scadenza il primo luglio, che verranno selezionati gli studenti con le caratteristiche suddette. Dopo di che, gli stessi accederanno al programma che li accompagnerà fino al conseguimento della laurea in un arco temporale che va dal 2019 al 2025. Potranno presentare domanda i ragazzi appartenenti al terzo e quinto anno di scuola superiore e tali richieste di partecipazione saranno valutate da un apposito comitato scientifico. I ragazzi di terza, 80 per il 2019 e 80 per il 2020, saranno poi seguiti negli ultimi due anni di superiori e nel triennio universitario, i ragazzi di quinta, 60 per ogni anno (2019, 2020, 2021 e 2022), nel corso del triennio universitario.Attraverso il contributo erogato gli studenti potranno sostenere spese relative a vitto e alloggio, trasporti pubblici cittadini e regionali, car-sharing e bike-sharing, trasferte legate ad attività formative, attività sportive, quote associative e abbonamenti annuali, attività culturali, spettacoli teatrali, ingressi musei, congressi e seminari, attrezzature tecniche informatiche per lo studio, corsi di lingue, musica e approfondimento anche all’estero, libri e riviste, abbonamenti a periodici, biblioteche o banche dati on-line.Tali spese verranno coperte in misura proporzionale alla tipologia di studente. Per i ragazzi delle scuole superiori, infatti, sono stati individuati due target, residenti e non residenti, ai quali sarà erogato un contributo annuo da 3.000 a 3.500 euro. Per i ragazzi che si dovranno iscrivere a un ciclo di studio universitario sono stati individuati tre target, residenti, pendolari e fuori sede che dovranno trasferirsi a Firenze, ai quali sarà erogato un contributo da 3.900 a 11.600 euro. Inoltre il progetto prevede un contributo per corsi di perfezionamento e specializzazione per studenti particolarmente meritevoli nonché borse di studio per master, anche all’estero, per gli universitari che raggiungeranno l’eccellenza. L’istruzione in Toscana – FocusI bambini e ragazzi toscani inseriti nel ciclo educativo e scolastico sono circa 532.000, di cui circa 24.300 nei servizi educativi per l’infanzia (3-36 mesi), 91.000 nella scuola dell’infanzia (3-5 anni) e 417.000 nel percorso di obbligo scolastico-formativo (163.000 nella scuola primaria, 99.500 nella secondaria di I grado e 155.000 nella secondaria di II grado). La componente straniera, che in 6 casi su 10 è di seconda generazione, aumenta in tutti gli ordini di istruzione e rappresenta il 14% del totale iscritti. In merito al livello di scolarizzazione, secondo i dati del 2018, i giovani 20-24enni toscani che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore sono l’81%. Dunque, ancora 20 ragazzi su 100 non hanno conseguito tale livello di istruzione. La percentuale di giovani 30-34enni toscani che hanno conseguito un titolo universitario (29,2%) si colloca al di sopra della media italiana, ma è tra le più basse in Europa (la cui media è del 39,1%). 

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