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Danni da ungulati, allevatori sul piede di guerra

Sono passati due mesi dall’ultimo incontro voluto dalla Coldiretti aretina presso la Regione Toscana che si è tenuto a Firenze nei primi giorni di agosto quando il Presidente Lidia Castellucci, il Direttore Mario Rossi ed una delegazione di allevatori di Sestino si erano recati nel capoluogo toscano per sollecitare alle istituzioni competenti, interventi specifici degli ungulati nelle zone montane, da allora, nessuna risposta. “Gli allevatori dell’alta Valtiberina sono sul piede di guerra – spiega il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci che ha incontrato proprio nelle ultime ore insieme al Direttore Rossi, un numero nutrito di imprenditori agricoli a Sestino – i danni da ungulati all’agricoltura di queste zone delineano una situazione di vera drammaticità e di altissima preoccupazione, con i numeri di superficie danneggiata che riportano ad uno stato di vera tragedia che porta le aziende nella strada del collasso estremo. In questi mesi ci aspettavamo delle risposte che non sono però arrivate”.I danni provocati dagli ungulati e nello specifico dai cinghiali,  causati dall’attività di rooting con l’evidente distruzione del cotico erboso e la creazione di buche non permettono agli imprenditori agricoli di lavorare, con l’approssimarsi in questo periodo delle semine, le problematiche risultano più evidenti perché quello che viene messo in campo oggi dalle imprese, viene smontato immediatamente il giorno successivo dai cinghiali. “La presenza di ungulati – commenta il Direttore di Coldiretti Arezzo Mario Rossi – è oramai fuori controllo, nelle zone di cui sopra, oltre alle difficoltà quotidiane a cui vanno incontro i nostri imprenditori, si devono aggiungere i danni alle superfici boschive oggetto di taglio, in quanto questi animali, nutrendosi delle nuove gettate ritardano da tre a cinque anni la turnazione del taglio. Ci siamo incontrati nuovamente con i nostri imprenditori che sono stanchi di promesse e di chiacchiere”. Le imprese sono oramai scoraggiate e non effettuano nemmeno più la segnalazione dei danni.“ In assenza di risposte e di un intervento serio e concreto da parte delle istituzioni per fronteggiare e prevenire il proliferare degli ungulati attraverso un’operazione di contenimento intelligente si andrà verso lo scempio del sistema e del territorio. Vogliamo con forza – si avvia a concludere il Direttore – che le istituzioni tutte ai vari livelli, contribuiscano fattivamente ad affrontare e risolvere le problematiche che non possono più essere rinviate”.

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