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Lago di Montedoglio, ora scatta l’allarme rosso

‘Umbria chiede più acqua nel fiume Tevere da Montedoglio, ma l’invaso si sta precipitosamente abbassando: nel giro di neppure un mese ha perso oltre 10 milioni di metri cubi di acqua. Una situazione drammatica quella che stanno vivendo gli agricoltori, alle prese con una tremenda siccità: inoltre, teniamo conto che in diverse zone vengono praticate della colture – vedi per esempio il tabacco – che richiedono un ingente quantitativo di acqua. Si è svolto lunedì pomeriggio a Perugia, nella sede della Regione, un doppio incontro a cui ha preso parte l’assessore con delega all’agricoltura Fernanda Cecchini: prima il tavolo verde, poi la giunta proprio per fare il punto sulla siccità. Un pacchetto d’interventi che, tramite apposita ordinanza, verranno definiti direttamente dalla presidente Catiuscia Marini. Entrando nel merito delle proposte, l’assessore ha annunciato che è in via di perfezionamento un accordo con Montedoglio per incrementare del 30 per cento il rilascio d’acqua nel fiume Tevere al fine di garantire un maggior sollievo all’intero sistema di laghetti collegati all’invaso principale: “Non ci sarebbero problemi rispetto alla quantità d’acqua disponibile – ha spiegato la Cecchini – ma occorre meglio calibrare le modalità di erogazione per evitare, in prospettiva, l’insorgere di problematiche più serie qualora perdurasse l’attuale situazione climatica”. Ma che momento sta attraversando Montedoglio? La situazione non è sicuramente delle migliori: nel rilevamento fatto il 24 giugno, quindi meno di un mese fa, l’invaso era a 381 metri sul livello del mare che tradotto in pratica significa 70 milioni di metri cubi di acqua; ieri a mezzogiorno nel rilevamento effettuato dal centro funzionale della Regione Toscana in località “Palazzone”, Montedoglio era a una quota di 378,95 metri sul livello del mare. Tenendo conto che un metro in altezza equivale a circa 5 milioni di metri cubi di acqua, Montedoglio in meno di un mese ne ha persi oltre dieci. Ma c’è un perché: in primis l’attingimento per uso irriguo, c’è poi la parte rilasciata sul Tevere e quella scaricata per il comprensorio aretino e della Valdichiana, oltre a chiaramente la parte pompata per la Valtiberina. Ma c’è anche un altro aspetto che non gioca a favore di Montedoglio: l’invaso è utilizzato anche per l’attingimento, da parte di mezzi aerei, in caso d’incendio; ultimo episodio quello di domenica pomeriggio quando il canadair impegnato sul rogo di Palazzo del Pero ha “pescato” per ben 15 volte sull’invaso. Montedoglio utilizzato da tutti, ma il ripristino del muro sembra ancora un miraggio.

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