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E45, una storia tipicamente ita(gl)iana

W l’Italia, anzi w l’Ita(gl)ia. La vicenda della E45 si è chiusa a tarallucci e vino. Come se nulla fosse accaduto, ma non è così. Non c’è dubbio che la sindrome Genova abbia avuto la sua parte in questa storia di tormenti e polemiche. Giusto chiedersi: ma è possibile che dal 3 ottobre tutto sia tornato normale e soprattutto cosa è cambiato dal 16 gennaio, quando venne notificato il provvedimento di sequestro che direttamente per 2 mesi e successivamete per altri sei ha condizionato il traffico in una delle arterie stradali più importanti d’Italia? Sia chiara una cosa, tutte le decisioni prese avevano un fondamento di responsabilità. Il filmato che la Procura di Arezzo acquisi’ come prova, postato dal poliziotto-cercatore di funghi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Che quella strada sia stata costruita in qualche modo, e usiamo un eufemismo, è davanti agli occhi di tutti. Ma veramente c’era un pericolo? L’Anas già allora aveva garantito lavori di manutenzione e di miglioramento sismico. Ma la stessa Anas che garanzie poteva dare visto lo stato di degrado e di manutenzione della stessa strada, che proprio tra Pieve e Verghereto toccava livelli di assoluta intollerabilità. Il caso della piazzola caduta è un altro esempio, alla pari dei continui cantieri con l’asfalto ridotto ad una groviera. Insomma c’è stato un moltiplicatore di eventi. A pagarne le spese i territori interessati, gli operatori economici, due province e tre regioni. Da questo mese auspichiamo che la situazione possa rientrare lentamente alla normalità. Ma chi ha avuto i danni, ha conosciuto momenti di difficile valutazione. In questo casino, un plauso va fatto ai sindaci di Pieve Bragagni prima, Marcelli dopo, che,   con il biturgense Mauro Cornioli, hanno tenuto dritta la barra. Un elogio va fatto all’assessore regionale Ceccarelli che ha saputo portare le istanze di questi territori in Regiona che devono essere garantite. Insomma questa storia è iniziata con il dramma, per passare alla farsa e finire in commedia. All’italiana naturalmente.

Post scriptum: per la Tiberina 3Bis l’auspicio che non si perda altro tempo. Per le verifiche archeologiche   il comune di Pieve ha dimostrato che non è più possibile perdersi nei meandri della burocrazia.

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