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Rinvio di Olbia-Arezzo: per i tifosi amaranto il danno e la beffa

Nella già abbastanza complicata situazione dell’Arezzo, stretta fra l’ipotesi del fallimento e una proprietà che lancia assurdi segnali mai suffragati da fatti concreti, si è aggiunta la vera e propria beffa del rinvio della gara di Olbia arrivato a poche ore dalla partita. Pur capendo le esigenze già manifestate di garantire la regolarità del campionato, con la richiesta avanzata subito dal segretario della Lega di serie C Ghirelli di assicurare che la squadra amaranto avrebbe giocato tutte le partite fino alla fine della stagione, non si può prendere una decisione relativa a una partita in Sardegna con questa tempistica e con voli e navi già prenotate da parte di chi, nonostante le difficoltà, tiene accesa una passione. Come minimo, quindi, le spese sostenute dai tifosi dovrebbero essere rimborsate dalla lega di serie di C, o magari da quel Presidente dell’Olbia che con la sua protesta ha indotto a prendere questa decisione così intempestiva. A noi, ad Arezzo, invece resta da decidere come convogliare le risorse che con generosità si stanno raccogliendo sotto lo slogan sempre efficace, e purtroppo spesso attuale, “L’Arezzo non muore”. Se ci sono ragionevoli speranze di salvare davvero la categoria e il titolo sportivo vale la pena spendere ogni energia, ma se questa speranza si affievolisce forse è più giusto che il sacrificio di chi si è privato di una cena con gli amici o di un cinema per aiutare la propria squadra non sia finalizzato a pagare lo stipendio di Belvisi o Regolanti ma a ricostruire da zero, e stavolta con paletti certi e regole precise, una calcio serio e credibile, in grado di andare oltre la categoria. 

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